L'Italia è il bersaglio preferito dagli hacker che riescono perfettamente nel loro intento: prendere in ostaggio i sistemi e dispositivi per poi liberarli chiedendo un riscatto.
A dirla tutta siamo esattamente il primo paese d’Europa a subire attacchi informatici che colpiscono principalmente tre settori chiave: PA, manufacturing e sanità.
Nell’ambito della pubblica amministrazione la vulnerabilità è causata da una scarsa protezione informatica, in particolare sui dispositivi dei dipendenti, comportando così il furto di documenti personali di vari cittadini. Il settore manifatturiero, costituito dalle PMI, è preda di continui attacchi hacker per via di una cultura informatica superficiale che non contempla l’ipotesi, sempre più reale, di essere vittime di cyber criminali.
Le credenziali rubate possono essere utilizzate per diversi scopi, ad esempio, per entrare negli account delle vittime, utilizzare servizi in modo abusivo, inviare email con richieste di denaro o link di phishing, inviare malware o ransomware, allo scopo di estorcere o rubare denaro. Sono le credenziali e-mail di utenti italiani a circolare prevalentemente nel dark web oltre a numero di telefono e dominio di posta elettronica.
La colpa è anche dell’utente che oltre a non proteggersi a livello informatico, usa password estremamente banali che compromettono la sicurezza dei propri dati. Infatti, le password restano tra le informazioni riservate che maggiormente circolano in modo indebito: spesso si tratta di combinazioni di numeri e lettere poco articolate o facilmente intuibili (es. 123456).
Siamo il primo paese in Europa e il terzo nel mondo a subire attacchi informatici: questa è una battaglia da vincere attraverso investimenti mirati e maggiore cultura web.