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Internet e ecosostenibilità: a che punto siamo?

In un mondo sempre più proiettato verso il green e la sostenibilità è bene sapere che uno dei maggiori consumatori di energia è il world wide web.

Tutte le azioni che svolgiamo quotidianamente come cercare un indirizzo su Google Maps, vedere un video o film in streaming, postare sui social o mandare un’e-mail, causano un grave effetto collaterale latente: un altissimo consumo di energia. Anche le produzioni di CO2 non sono da trascurare: si stima che due minuti e mezzo su Google emettono tanta CO2 quanto un chilometro in automobile.

I motivi sono diversi e sicuramente imputabili alle modalità poco efficienti utilizzati per realizzare siti web e app, compresi i combustibili fossili che alimentano i data center.
Secondo un'organizzazione che cerca di quantificare le emissioni globali di gas serra e le loro cause (Global Carbon Project), se Internet fosse una nazione, sarebbe la quarta più inquinante al mondo.

Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google (le cosiddette FAANG) hanno consumato in 1 anno quasi 50 milioni di MWh, il triplo rispetto al 2018, più di tutta la Repubblica Ceca.
Amazon è saldamente in testa essendo responsabile da sola di oltre la metà delle emissioni (anche a causa della ramificata rete logistica), segue Apple e poi le altre.

Tuttavia, proprio da Amazon, possiamo intravedere uno spiraglio di luce a favore della sostenibilità: grazie ad una serie di investimenti questa big tech è diventata la più grande acquirente al mondo di energia rinnovabile nel 2020.
Anche Facebook dichiara di aver raggiunto, nel 2020, il 100% di fonti di energia rinnovabile. Tuttavia, ci sono i data center che non pesano poco in termini di ecosostenibilità.
Apple e Google, invece, hanno ridotto le emissioni (rispettivamente del 10% e del 24% nel triennio), grazie al maggior peso delle fonti energetiche rinnovabili e alla ricerca attiva di efficienza energetica nei loro data center. L’unico tra questi colossi a non avere un centro elaborazione dati è Netflix, che risulta anche quello meno inquinante e meno energivoro.

La lotta al cambiamento climatico passa attraverso il risparmio e l’efficienza tecnica del digitale, oltre che dal compensare e piantare alberi.
La strada è ancora lunga.